Larino e Casacalenda

Docente W.A.Ve. 2018
Josep Ferrando [ES]

Collaboratori
Gianluca Bernardi [IT]
Laura Catra [IT]
Alessandra Peracin [IT]

Dopo aver percorso chilometri, senza vedere essere vivo fuorché i cavalli fermi a guardia degli usci, entravo d’improvviso in grossi borghi come Casacalenda, dove la folla riversata nella via principale andava avanti e indietro per il passeggio secondo l’uso ereditato forse dal dominio spagnolo.

Guido Piovene, 1957

Larino e Casacalenda sono due piccoli comuni italiani della provincia di Campobasso, situati tra le colline del basso Molise. Il territorio è prevalentemente collinare, con una vasta zona pianeggiante che si protrae verso la costa adriatica. Larino è sede di istituzioni e servizi pubblici tra cui il tribunale, il carcere di massima sicurezza e l’ospedale. Le attività economiche, legate agli ambiti produttivi agricolo (prevalentemente con la coltura di olivi) e di trasformazione alimentare oggi sono quasi scomparse a causa del progressivo abbandono dei campi e dell’inadeguatezza del sistema infrastrutturale (con l’abbandono della linea ferroviaria), che hanno quindi depositato un patrimonio dismesso di capannoni industriali.

I borghi conservano importanti testimonianze storiche: a Larino si trovano siti archeologici di epoca romana quali l’anfiteatro, le terme, il foro e mosaici, mentre il centro storico è caratterizzato dalla presenza della Cattedrale romanico – gotica, il Palazzo Ducale – che attualmente è sede del Museo Civico, della Biblioteca Comunale e dell’archivio storico – il museo e l’archivio Diocesano all’interno del Palazzo Vescovile, il Convento dei frati Cappuccini e alcuni palazzi nobiliari del XVIII e XIX secolo. Casacalenda invece ospita il MAACK, museo all’aperto di arte contemporanea. I comuni sono stati colpiti dal sisma del 2002, che ha parzialmente distrutto il patrimonio del centro storico, oggi ancora in fase di restauro e ricostruzione.

Una delle principali cause della crisi delle aree interne appenniniche è legata alla difficoltà di accesso e/o di attraversamento dei territori. Nei luoghi oggetto di studio per W.A.Ve. 2018, un canale privilegiato di attraversamento per la riscoperta dei borghi di Larino e Casacalenda è rappresentato dalla ferrovia Campobasso-Termoli. Costruita alla fine dell’800 con lo scopo di connettere l’Adriatico a Napoli – passando per il capoluogo di Provincia Campobasso – ha consentito alle aree interne molisane di essere investite da un certo sviluppo legato alla produzione e trasformazione dei prodotti agricoli e, con esso, alla nascita di numerosi edifici produttivi. Il suo tracciato è stato a poco a poco abbandonato fino alla quasi completa dismissione dei nostri giorni, in seguito al declino produttivo dell’area e all’arretratezza tecnologica dell’infrastruttura che l’ha resa inadeguata alle esigenze contemporanee. La traccia della linea ferrata, con il suo percorso sinuoso lungo i crinali, attraversa paesaggi vari che vanno da quello archeologico-culturale a quello agrario-produttivo, definendo quindi uno scenario inedito di dismissione di un patrimonio di stazioni, case cantoniere, depositi, edifici produttivi. Inoltre, l’abbandono dei fondi agricoli ha portato all’avanzare del bosco, cambiando radicalmente l’immagine di questi territori.

Attraverso il ripensamento della tratta ferroviaria si può sviluppare il potenziale di un territorio difficilmente esplorabile, ma denso di peculiarità identitarie e attrazioni culturali che caratterizzano, tra gli altri, i borghi di Larino e Casacalenda: l’area archeologica con l’anfiteatro ed il foro romano a Larino, il Museo all’aperto di Arte Contemporanea MAACK con opere permanenti site specific e il Festival Cinematografico “Molise Cinema” a Casacalenda.

In particolare, il progetto può svilupparsi, da un lato, attraverso la rifunzionalizzazione della stazione di Casacalenda, come porta di accesso alla città ed hub per gli eventi culturali che ospita, in diretta connessione con il centro storico e, dall’altro, nell’area archeologica del foro romano a Larino, separata dall’anfiteatro dal passaggio della linea ferroviaria. Ruolo fondamentale svolge quest’ultima, da intendersi come percorso panoramico, che si radichi sul territorio attraverso delle propaggini in grado di mettere in connessione un sistema diffuso e capillare di dispositivi museali in luoghi strategici da individuare e definire progettualmente.

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