Le fotografie scattate da Michele Nastasi presso L’Aquila dopo il terremoto mettono implacabilmente a nudo la città come un luogo in cui è diventato impossibile vivere: un paesaggio deserto e surreale, soffocato da strutture che puntellano gli edifici e fissano la città in uno stato di sospensione senza limiti di tempo. Le fotografie, accompagnate da disegni e saggi scritti da Giorgio Agamben e Maddalena d’Alfonso, evocano suggestioni di chirurgia: protesi, bretelle e stecche stabilizzano il corpo della città, ma mentre le operazioni hanno rappresentato un successo tecnico, il paziente non mostra segni di vita. Il ritratto de L’Aquila qui presentato non è solo un resoconto della catastrofe del terremoto e delle sue conseguenze, ma un’immagine che è diventata esemplare di alcuni decisivi cambiamenti in atto in tutta la cultura europea e occidentale. Ciò che viene messo a fuoco in questo libro è lo spostamento dei paradigmi politici e la natura dell’azione governativa, il rapporto febbrile della cultura con la storia e la necessità di ripristinare l’esperienza della comunità e della vita urbana nel suo ruolo centrale di fucina di identità.
Michele Nastasi (Milano, 1980) è un fotografo e un ricercatore nel campo dell’architettura e della sua rappresentazione. Le sue fotografie e i suoi testi sono pubblicati in numerosi libri e sulle principali riviste di settore. Dal 2007 è redattore della rivista “Lotus international“, e come fotografo collabora con diversi architetti in Italia e all’estero. È curatore di mostre e ha esposto le proprie ricerche fotografiche in sedi internazionali come il MIT Museum a Cambridge, la New York University a New York e ad Abu Dhabi, la Biennale di Venezia. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia delle Arti all’Università Ca’ Foscari di Venezia, ed è stato docente di Fotografia per l’Architettura al Politecnico di Milano.