Docente W.A.Ve. 2018
Felipe Assadi [CL]
Collaboratori
Simone Bet [IT]
Michela Napolitano [IT]
Marina Lopez Sanchez [ES]
Entri a Cascia e l’atmosfera è surreale. Tutto chiuso, salvo tre bar in centro e una pizzeria che resta con le saracinesce alzate per rifocillare chi, da ieri mattina, non ha nemmeno da mangiare. Qualcuno è seduto davanti casa, negli occhi la paura di un «terremoto che ci vuole uccidere». Molti si sono radunati nei grandi piazzali dove non ti può crollare in testa nulla. L’auto trasformata in una casa. I turisti che avevano riempito gli alberghi, sono scappati alla prima scossa della mattina, insieme a qualche cittadino che ha trovato rifugio altrove.
Erika Pontini
Cascia è un piccolo comune posto al confine con il Lazio nella bassa provincia di Perugia. Il centro si situa in un territorio di bassa montagna, poco più che collinare, appartenente alla Valnerina, la valle del Nera, fiume che parte dai Monti Sibillini nelle Marche, attraversa una zona montuosa nell’Umbria sud-orientale, per poi sfociare nel Tevere. È particolarmente nota per ospitare il monastero trecentesco dove Santa Rita da Cascia ha vissuto per più di quarant’anni la sua esperienza di vita monacale, che costituisce la base del complesso religioso all’interno del quale viene oggi venerata la santa. Il territorio di Cascia presenta, insieme a quello della vicina città di Norcia, il più alto livello di sismicità in Umbria; nel corso della storia la cittadina è stata infatti vittima di alcuni terremoti particolarmente distruttivi, non da ultimo quello, particolarmente recente, dell’agosto 2016.
Cascia rappresenta un importante centro turistico della Valnerina, in provincia dell’Aquila, soprattutto grazie allo stretto legame di questo territorio con Santa Rita, il cui culto trasforma ancora oggi la città attirando pellegrini da tutto il mondo. La storia di questa città è allo stesso tempo strettamente connessa agli eventi sismici, che da tempo minano la sua esistenza scandendo fin dal primo secolo il tempo delle sue crisi e rinascite. Iuav si propone di ripensare il sistema degli accessi al centro storico, sia attraverso la riqualificazione delle tre piazze sovrapposte che scandiscono un percorso ascensionale verso il nucleo più antico, sia attraverso il ridisegno di alcune palazzine di scarsa qualità colpite dal terremoto, che costituscono parte del paesaggio urbano visibile dalle piazze.
L’area di progetto si estende tra il parcheggio “La Molinella”, considerata come la prima piazza, luogo di scambio tra la mobilità su gomma e i percorsi pedonali, la piazza-parcheggio lungo via Sant’Antonio, realizzata su progetto dell’Arch. Paolo Portoghesi (2000), e la soprastante Piazza San Francesco, dalla quale si accede al nucleo urbano più denso. Questo sistema di piazze è caratterizzato da una geografia complessa, essendo le tre piazze poste a diversi livelli. Il controcampo di questo sistema di piazze sono gli edifici a valle di piazza San Francesco, tra via Roma e via Pier Paolo Prosperi, al di là del campo sportivo. Questi edifici di 4-6 piani, esito di uno sviluppo urbano avvenuto a partire dagli anni Cinquanta, sono stati danneggiati dal sisma e pongono la necessità di ripensare il loro volume e la loro configurazione proprio a partire da un sistema di viste in relazione al paesaggio circostante. Il progetto non può quindi che confrontarsi con la costruzione di uno spazio pubblico su diversi livelli, controllando attraverso la sezione anche il rapporto tra i diversi elementi che definiscono il contesto urbano e paesaggistico. Il progetto per l’area tra tra via Roma e via Pier Paolo Prosperi può determinare anche altri usi sempre in relazione all’accessibilità ma anche ad un nuovo rapporto con le vicine attività ricreative.
La stazione ferroviaria di Spoleto, la più vicina a Cascia, pur essendo un’architettura significativa ultimata nel 1948 e recentemente ristrutturata necessita di un nuovo progetto di riqualificazione. Questo progetto riguarda l’immobile destinato ai viaggiatori ma anche il sistema degli altri edifici in rapporto agli spazi aperti. L’area della stazione dovrà essere rigenerata ripensandola come una nuovo brano di città a partire dalla sua principale caratteristica quella di essere un luogo di scambio intermodale.
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