Lecce

Docente W.A.Ve. 2018
Andrade Morettin Arquitetos
(Vinicius Andrade) [BR]

Collaboratore
Manuel Minto [IT]

Se dovessi paragonare Lecce ad un’altra città italiana, non cercherei nel Sud, ma piuttosto nella Val Padana, nel Veneto, nell’Emilia, in quelle città che già furono sede di un ducato e di un principato, e in cui finisce di esaltarsi lo spirito di una cultura aristocratica

Guido Piovene, 1957

Lecce è la città capoluogo dell’omonima provincia della Puglia, comprendente 97 comuni, seconda della regione per popolazione, nonché terza per estensione territoriale dopo quelle di Foggia e di Bari. Situata in posizione pressoché centrale della penisola salentina, la città sorge a 11 chilometri dalla costa adriatica e a 23 da quella ionica, attestandosi come uno dei centri nevralgici della regione. È il capoluogo di provincia più orientale d’Italia. La nascita della città di Lecce si può far risalire ad un’epoca antecedente a quella romana: il primo insediamento fu fondato dalle popolazioni provenienti dall’Illiria durante le migrazioni del III millennio a.C.. Fra le principali città d’arte d’Italia, è nota come “la Firenze del Sud” o “la Signora del Barocco”. È stata tra le sei città italiane candidate a Capitale Europea della Cultura per l’anno 2019 nonché Capitale italiana della cultura nel 2015.

Uno dei principali problemi dei centri storici è quello di immaginarne una visione futura in grado di tenere insieme residenzialità, fruizione dei beni culturali, tempo libero e servizi di vicianto. Attualmente nel centro storico della città di Lecce, dal grande valore artistico-culturale, l’alta densità di attività legate al turismo (come gli esercizi di ristorazione e bar) sta omologando l’offerta commerciale e desertificando la residenza. Questo è un tema comune a molti centri storici italiani, che investe il ruolo dello spazio aperto, le pratiche che accoglie e gli usi dei piani terra degli immobili. I plateatici e le occupazioni di suolo pubblico di pertinenza di esercizi commerciali, che svolgono un ruolo attrattore per l’economia del turismo, entra in conflitto con le esigenze ed i flussi dei residenti, legati alla dimensione ed ai bisogni del quotidiano.

La Caserma Pico

La Caserma Pico è un ambito posto ai margini del centro storico della città, dentro un tessuto edilizio molto compatto. Essa rappresenta uno spazio incastonato tra alcuni importanti assi del centro urbano che penetrano nel centro antico, ed è parte di un complesso militare più ampio.
L’Amministrazione ha acquisito una parte dell’area militare con lo scopo di avviare un processo di rigenerazione, a partire da un nuovo sistema di accessibilità. L’area insiste su un isolato molto grande, in un ambito ad alta densità, sottodotato di aree verdi e parcheggi, e di forte congestione automobilistica. Ad oggi è in atto uno studio che prende in considerazione la possibilità di riaprire l’asse viario che separa le due proprietà. L’area svolge quindi un ruolo strategico, sia in quanto può dotare questa porzione di città di spazi aperti pubblici, sia per immaginare una mixitè tra residenzialità ed attrezzature (sportive, dell’istruzione, culturali e commerciali). L’ambito offre anche importanti spunti per ragionare sui fronti stradali e per la creazione di un parcheggio interrato a servizio del centro storico, ricucendo così il tessuto insediativo ed il sistema viabilistico.
L’area oggetto di studio è costituita dalla mensa, un teatro, una chiesetta, una stecca di locali su strada ed uno spazio aperto interno che si presta alla fruizione pubblica. Il volume più consistente è vincolato ma sono consentiti ragionamenti sulle sue possibili trasformazioni, anche attraverso uno sviluppo in altezza.

La rifunzionalizzazione dell’attuale stazione

La nuova stazione ferroviaria di Lecce verrà realizzata su progetto di Alvaro Siza sul lato opposto a quella attuale, in continuità con il progetto di recupero del Parco delle Cave. La stazione esistente necessita quindi di un progetto di rifunzionalizzazione in grado di conferirle nuova identità, creando un sistema continuo con il piazzale Oronzo Massari e il viale Oronzo Quarta. Mantenendo il carattere di luogo di interscambio, seppur riducendo il peso del traffico, questi luoghi ambiscono a diventare una porta pedonale principale al centro storico.

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