Cratere di Modena

Docenti W.A.Ve. 2018
Benno Albrecht [IUAV] +
Mauro Frate [IT]

Collaboratore
Marco Marino [IT]

…esiste davvero questa città? C’è chi la studia, anche da un punto di vista più specifico e competente del mio e chi, dallo stesso punto di vista, ne rifiuta il concetto. Chi la vede come un laboratorio, anche sociale e politico, e chi la considera soltanto un’occasione perduta, ormai morta. C’ è anche chi non si è mai mosso da Mordano, da San Pancrazio o da Formigine e di tutto quello che c’ è fuori, di metropoli e megalopoli, non sa niente, non se lo immagina neanche e forse neanche gli serve. Ma alcuni di noi così la vivono, come una metropoli, e altri così la raccontano. è una città che ci piace, anche quando crediamo di odiarla. Se anche fosse soltanto un luogo dell’immaginario, a noi basterebbe…

Carlo Lucarelli, 2005

I Comuni dell’Unione Area Nord di Modena

I comuni di Camposanto, Cavezzo, Concordia sulla Secchia, Medolla, Mirandola, San Felice sul Panaro, San Possidonio e San Prospero sono la scena principale del sisma del 2012, e rappresentano, anche per questo, un territorio in forte evoluzione.
Le politiche della ricostruzione sono state infatti un’occasione importante di riflessione sulle prospettive future di questi luoghi, un ambito di 462,94 Kmq che sfiora gli 85.000 abitanti: dunque una città media italiana.
Le struttura insediativa della Bassa Modenese, testimonianza del tradizionale equilibrio tra le attività umane e la terra in cui si manifestano, si configura come una collezione di nuclei rururbani, un modello cui ancora aggrappare ipotesi di trasformazione. La Città dell’Unione è già oggi una città di villaggi.

23 centri storici per la Città dell’Unione

L’ambito complessivo dei 9 comuni raccoglie 23 insediamenti storici di diversi carattere e dimensione, relazionati tra loro dalla rete stradale e da una Green net che è al contempo il lascito di un sistema produttivo rurale ancora in larga parte funzionante, ed in parte il lento consolidarsi di politiche urbanistiche volte alla costituzione di reti ecologiche. Si tratta di un sistema di spazi aperti costituiti da boschi, da aree di compensazione idraulica, da campi coltivati e non. La definizione della rete verde rappresenta senza dubbio uno dei temi di progetto.

Il progetto di architettura ha oggi fra i suoi oggetti principali la comprensione, la valorizzazione, la conservazione del patrimonio costruito ma anche la sua rivitalizzazione, attualizzazione, innovazione e reinserimento nel contesto degli usi, delle necessità culturali e pratiche attuali e future.

Pare indispensabile di alimentarsi di riflessioni e contenuti a scale molto differenti: da un lato la lettura critica della scala geografica del contesto complessivo, dall’altro la grana fine, di dettaglio, dei materiali urbani costitutivi le centralità. L’obiettivo è la restituzione di una visione tassonomica della complessa realtà territoriale di cui ci si occupa, confidando in una proficua relazione fra la visione unitaria, una Città di villaggi sostenibile, e la possibilità di consolidare il patrimonio dei piccoli centri storici come principali scenari di cultura civica e vita civile.

Alcuni dei centri storici, in particolare quello di Mirandola, esprimono in modo paradigmatico la necessità di osservare accuratamente alcuni scenari di trasformazione che riguardano:
– la costituzione di una rete di Hub civici da attuarsi consolidando le politiche in atto di ri-funzionalizzazione di alcuni dei principali edifici pubblici e privati di uso collettivo;
– la definizione di una strategia di collocazione degli elementi costitutivi il Centro Commerciale Naturale sia in termini di rivitalizzazione delle attività commerciali che connotano l’attacco a terra di parte degli edifici del centro sia di realizzazione di quelle attrezzature di servizio che correttamente dislocate possono a loro volta generare relazioni virtuose fra le parti;
– la dislocazione, nel caso specifico di Mirandola, di 100 alloggi per giovani coppie. Una strategia di intervento puntuale e rapsodica come modello.

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