Rovereto

Docente
AM3 Architetti Associati [IT]

Tutta Rovereto lavora nelle manifatture per i preliminari trattamenti della seta, che consistono nel filare i bozzoli nelle caldaie. Un tempo a Rovereto c’erano molte seterie, ma ora ce ne sono poche.

Montesquieu, 1729

Rovereto, cittadina situata nell’area meridionale del Trentino Alto Adige, è collocata all’imbocco della Vallagarina, a pochi chilometri dal Lago di Garda. Le prime notizie sull’insediamento risalgono all’epoca medievale, periodo durante il quale la cittadina denota una dimensione ridotta e limitato peso politico nell’area. Precedentemente sotto la sfera di influenza veronese, nel XIII secolo la città passa sotto la giurisdizione trentina per divenire poi dal 1416 parte del dominio veneziano. È in questo periodo che Rovereto acquisisce una sempre maggiore importanza nel territorio: data la sua posizione strategica di frontiera vede potenziate le proprie strutture militari di difesa, il castello castrobarcense e le mura della città. Inoltre, l’esenzione dai dazi concessa dalla Serenissima permette all’economia locale di fiorire nell’ambito artigianale e manifatturiero, soprattutto nel tessile con l’industria della seta, favorendo un notevole benessere economico al quale presto si affianca un’importante vita culturale. Lo statuto speciale di cui gode la città viene esteso anche a seguito dell’occupazione imperiale asburgica e Rovereto si conferma come importante centro di confine fino alla metà dell’Ottocento.

Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale la località si trova in prima linea bellica e questo provoca l’esilio forzato della popolazione, al termine del conflitto tornerà definitivamente parte dello Stato italiano. Oltre all’architettura civile e militare eretta fra il Duecento e il Cinquecento, sono edifici di grande interesse i palazzi Settecenteschi e le antiche filande, testimonianza dell’economia del passato. A Rovereto hanno inoltre sede il MART e la Casa d’Arte Futurista Depero, importanti luoghi per l’arte moderna e contemporanea.

Fermare l’abbandono, valorizzare il patrimonio e incentivare il turismo sono dei concetti chiave che racchiudono il tema del W.A.Ve. 2018 a Rovereto, che nella fattispecie affronta la sfida della riqualificazione di due aree industriali dismesse site in prossimità del tessuto urbano abitato e nondimeno all’interno del paesaggio montano trentino.

L’area ex Microleghe rappresenta un’occasione per la città di Rovereto per ripensare un intero “brano di città” di notevole estensione e posizione. La grande area, che versa oggi una situazione di totale degrado e abbandono, si trova in prossimità della stazione ferroviaria ed è costeggiata da un’arteria principale di Rovereto, la statale 12. L’area è dunque ben visibile per chi arriva nella città sia in treno che in auto.
All’interno sono presenti diversi capannoni costruiti con amianto e che quindi necessitano di essere demoliti con le dovute procedure di bonifica e smaltimento rifiuti speciali. Il progetto per l’area ex Microleghe insisme all’area della stazione deve riconfigurare il fronte della città, come nuovo spazio di accesso al centro storico.

Mentre per l’ex Microleghe si può pensare alla costruzione di nuovi edifici e a un progetto di riuso per quei capannoni che verranno ritenuti di qualità, per il complesso di edifici dell’ ex Filanda Bettini di Lizzanella, considerando la notevole valenza storico-culturale del manufatto, si presuppone un intervento di recupero e conservazione delle preesistenze e laddove possibile di nuova costruzione all’interno dell’antico . Lo stabilimento, che ha assunto il nome dagli ultimi proprietari, risale ai primi decenni dell’Ottocento, comprende più edifici e si estende su circa 8 mila metri quadrati e su tre terrazzamenti. Il sito si inserisce in quell’arco che, da sud verso nord, ripercorre, sull’antico tracciato della strada romana e medievale, lo sviluppo urbanistico della città di Rovereto, così come si è formato nei secoli. Verso la fine dell’800, la crisi dell’attività serica ne determina la chiusura. Da allora gli edifici passano più volte di proprietà, alcuni vengono adibiti ad attività artigianali altri a stalle. Oggi, la parte del complesso a sinistra del grandioso portale in pietra è stata trasformata in abitazioni, mentre la parte a destra, per un quinto di proprietà del Comune e per il resto in mano a privati, si trova in uno stato di assoluto abbandono. Di recente l’amministrazione Comunale di Rovereto ha posto l’attenzione sull’ex Filanda cercando di di metterne in luce l’importanza storico culturale. Il Comune sta infatti cercando di programmare oltre a un progetto di restauro, l’inserimento del manufatto all’interno di un percorso più ampio denominato la “via della seta”. Questa passando per Santa Maria dovrebbe raggiungere il Castello con il museo della Guerra e piazza Podestà con casa Depero e la nuova quadreria a palazzo Jacob, proseguendo per via della Terra, piazza Rosmini, fino a corso Bettini con Palazzo Alberti Poja e il Mart.