Docenti W.A.Ve. 2018
José Cubilla [PY]
Collaboratori
Simone Cadamuro [IT]
Maria Gloria Gutierrez [ PY]
Jorge Noreña [MX]
La fiaba del paese che muore – del paese che sta attaccato alla vita in mezzo a un coro lunare di calanchi silenziosi e splendenti, e ha dietro le spalle la catena dei monti azzurri dell’Umbria – durerà ancora.
Bonaventura Tecchi, da Antica Terra, 1967
Civita di Bagnoregio è un borgo del comune di Bagnoregio, nella provincia laziale di Viterbo. Si trova nella valle dei calanchi, un’area situata tra il lago di Bolsena ad ovest e la valle del Tevere ad est. Abitato da sole 11 persone, il borgo è raggiungibile soltanto attraverso un ponte pedonale in salita, costruito nel 1965 in cemento armato. Il ponte, lungo 300 metri, può essere percorso quasi esclusivamente a piedi. La causa del suo isolamento è la progressiva erosione della collina e della vallata circostante, che ha dato vita alle tipiche forme dei calanchi e che continua ancora nel ventunesimo secolo, rischiando di far scomparire la frazione, per questo chiamata anche “la città che muore”. La struttura urbanistica dell’intero abitato è probabilmente di origine etrusca, costituita da cardi e decumani secondo l’uso etrusco e poi romano, mentre l’intero impianto architettonico risulta medioevale e rinascimentale. Iscritto all’associazione I borghi più belli d’Italia, è oggi meta di un flusso di turisti in costante crescita.
Bagnoregio è famosa per il borgo medievale della Civita, arroccata su uno sperone tufaceo e raggiungibile esclusivamente attraverso un ponte pedonale che la collega al centro urbano. Oggi questo centro soffre della condizione subordinata rispetto al borgo, meta di grandi afflussi turistici. Bagnoregio può essere reinterpretata come una una porta di accesso alla Civita attraverso un progetto di riqualificazione e rigenerazione urbana di due nodi scambiatori: un grande piazzale per pullman nel centro urbano, Piazzale Battaglini, ed un secondo piazzale-parcheggio lungo via Bonaventura Tecchi, in prossimità del Belvedere costruito sui ruderi di un Convento Francescano del XIII secolo. I due piazzali possono ricoprire il ruolo di connessione tra la Civita e l’area urbana, dando forza ad attività commerciali e turistiche i cui benefici possano investire anche gli abitanti del nucleo storico dell’odierna Bagnoregio, un tempo parte di un unico sistema abitato lungo il crinale. Quindi, oltre alla funzione di nodo scambiatore carrabile-pedonale e carrabile-servizio pubblico, sono consentiti usi flessibili, anche temporanei (come mercatini natalizi), degli spazi aperti e dell’immobile abbandonato. Le modalità di valorizzazione (demolizione, conservazione o parziale ristrutturazione) di quest’ultimo sono oggetto del progetto guidato dal principio di riconfigurazione paesaggistica del manufatto all’interno contesto, considerando la sua particolare collocazione panoramica nei confronti della Civita e del sistema morfologico naturale.
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