Alghero

Docenti W.A.Ve. 2018
Carlana Mezzalira Pentimalli [IT]

Collaboratori
Marco Carraro [IT]
Alessio Oliviero [IT]
Andrea Ruffilli [IT]

Il nome di Alghero sembra provenga da aliga (‘alga, erba marina’) che sarebbe stato trasformato in S’Alighera (‘Luogo dell’Alga’), che è il nome della città nella lingua dei paesani dei dintorni. Costoro parlano odiernamente il dialetto sardo del Logodoro, un pó’alterato; ma gli abitanti della città, senza essere ormai dei Catalani ‘purosangue’, ne hanno nondimeno conservato il linguaggio più o meno intatto; è questa lingua, circoscritta alle mura di Alghero, che parlano tra loro, pur comprendendo e conoscendo tutti la lingua sarda.

Alberto Ferrero Della Marmora, 1839

Alghero è una città della Sardegna settentrionale, appartenente alla provincia di Sassari e alla Rete Metropolitana del Nord Sardegna – un’unione di Comuni creata nel 2016 in cui i principali centri sono Alghero e la vicina Sassari. Affacciata sull’omonima insenatura, la città occupa un’area pianeggiante a nord di un altopiano dove hanno origine alcuni corsi d’acqua: la loro presenza ha da sempre favorito la vocazione agricola dell’area.
L’origine dell’insediamento è testimoniata da reperti archeologici appartenenti all’era neolitica (VI-V millennio a.c.), il territorio fu in seguito frequentato da Fenici, Romani e Arabi. La sua nascita quale centro urbano, tuttavia, viene tradizionalmente riconosciuta con i primi del XII secolo, quando alla nobile famiglia genovese dei Doria venne concesso di fondarne il primo nucleo storico sulla costa sguarnita di Nulauro, nel Giudicato di Torres.
Città di rilevante importanza strategica, è nel corso del Quattrocento oggetto di continue dispute fra il dominio genovese e quello catalano-aragonese: a questa epoca risalgono le radici dell’odierna identità culturale di Alghero e del dialetto cittadino – varietà del catalano orientale oggi riconosciuta come lingua minoritaria. Bombardata dagli Alleati nel corso della Seconda Guerra Mondiale, la città vive un momento di forte ripresa a partire degli anni Sessanta, con una conseguente espansione urbana accompagnata però da una forte speculazione edilizia.
La sua importanza nel territorio è rafforzata dalla presenza dell’aeroporto di Fertilia, fondamentale supporto all’ importante settore turistico. Le recenti politiche di valorizzazione del patrimonio turistico-culturale e identitario di Alghero hanno valso alla città la candidatura a Capitale Italiana della Cultura nel 2018.

Le porte della città

Il tema principale riguarda la creazione di servizi per l’accessibilità al centro storico di Alghero. A tal riguardo sono state identificate tre aree da riconfigurare, che definiscono altrettanti temi progettuali per migliorare il sistema di accessibilità mediante prevalentemente la razionalizzazione del traffico veicolare.
Il primo tema riguarda la riqualificazione di piazza della Mercede su cui insiste la chiesa Nostra Signora della Mercede, per cui si prevede una riconfigurazione spaziale con la creazione di un parcheggio interrato.
Il piazzale della Pace, ex area Saica prospiciente il porto turistico, già oggetto di un concorso di idee per una riqualificazione incisiva dell’area, ricopre un ruolo fondamentale per la posizione strategica di cerniera tra il centro storico e la darsena e può quindi rappresentare l’occasione per ricreare una nuova centralità, l’interfaccia in grado di mettere in relazione la città murata con il mare attraverso attività di aggregazione, commerciali e di ristorazione, ma anche legate all’ambito terziario e residenziale, con particolare attenzione alla ridefinizione dello spazio pubblico urbano e della viabilità interna ed esterna all’area, con la creazione di parcheggi (anche interrati) annessi.
Più a nord è situato il campo sportivo, per il quale si prevede un cambio di destinazione d’uso e la sua trasformazione in nodo intermodale di scambio tra flusso veicolare e trasporto pubblico e turistico, prima di accedere alle aree più dense del centro storico e al porto.

Stazione ferroviaria di Oristano

La stazione, situata lungo la linea Cagliari-Golfo Aranci al limite est del centro urbano, è una delle più antiche ed importanti in Sardegna per numero di passeggeri. Parte dei binari stata stata smantellata per creare nodo di scambio intermodale con i terminal delle autolinee cittadine ma ad oggi risulta un’area residuale abbandonata verso la parte meno conurbata in direzione dei campi agricoli. Rappresenta un’occasione strategica per valorizzare l’accesso alle preesistenze monumentali (come le molte chiese, i torrioni ed il museo archeologico) e al caratteristico golfo.

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